Ortottista

Dott. Alessandro Marcuz

Laurea in Ortottica
Laurea in Ottica e Optometria
Università di Padova

Sviluppo visuo-percettivo

• Prima visita

La prima visita oculistica viene fatta normalmente alla nascita per vedere se l’occhio è sano. Le linee guida raccomandano poi che i successivi controlli dovrebbero essere fatti verso i 2-3 anni e successivamente ai 6 anni.

 

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oltre a valutare se l’occhio è sano è corretto valutarne anche la funzionalità, per accorgersi se le tappe dello sviluppo visuo-percettivo sono rispettate e crescono in equilibrio con il bambino. Aspetti cruciali come la motilità oculare, l’oculomotricità, la visione stereoscopica, la convergenza e la flessibilità accomodativa sono fondamentali anche nello sviluppo delle abilità motorie generali, nell’apprendimento e nello sport.

• Occhio pigro

L’ambliopia, comunemente detta occhio pigro, è uno dei disturbi più comuni in età pediatrica e consiste nel mancato raggiungimento di una buona acuità visiva nonostante l’occhio sia sano.

 

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L’ambliopia può colpire uno o entrambi gli occhi: spesso è secondaria ad un difetto della vista oppure ad uno strabismo. Se diagnosticata precocemente si può correggere con occhiali o lenti a contatto, con l’occlusione e con esercizi di stimolazione visiva. Il trattamento richiede l’utilizzo multiplo di queste tecniche e prima si interviene maggiore è il successo. A volte, anche se apparentemente il bambino vede bene con entrambi gli occhi, potrebbe nascondere questa problematica utilizzando prevalentemente l’occhio migliore. Solo una visita specialistica può escluderne completamente la presenza.

• Occhi storti

Il mancato allineamento degli assi visivi, cioè lo strabismo, è frequente in età pediatrica quando il bambino è molto piccolo. Già dopo il 4° mese però gli occhi dovrebbero cominciare ad allinearsi in maniera stabile verso ciò che viene osservato.

 

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Se lo strabismo è grande i genitori se ne possono accorgere facilmente. A volte però la deviazione può essere quasi impercettibile e viene definita microstrabismo: in questo caso solo un esame ortottico approfondito può evidenziarne la presenza. Per questo motivo oltre alla visita oculistica va effettuata una valutazione funzionale ortottica ai 2-3 anni per intervenire precocemente al benessere del bambino. Esistono diversi tipi di strabismo (accomodativo, convergente, divergente e verticale) e diversi approcci terapeutici in funzione del tipo di problema riscontrato.

• Occhi e postura

Un difetto della vista che problemi posturali può comportare?

Qualsiasi cambiamento a carico dei nostri occhi può influire negativamente sulla postura e viceversa, con possibili atteggiamenti viziati muscolo-scheletrici che riguardano molti distretti del nostro corpo.

 

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Quando durante l’anamnesi o durante la visita si approfondisce una problematica posturale è bene avere un approccio multidisciplinare per capire dove origina il problema. Molto spesso possono coesistere disequilibri che apparentemente non sono correlati (problemi della vista e malocculsione, torcicolli oculari e disarmonie scheletriche) ma che vanno trattati attraverso un approccio globale dell’individuo.

Difficoltà di apprendimento

• Leggere lentamente

Un difetto della vista (miopia, ipermetropia o astigmatismo) o delle abilità visive (convergenza, motilità oculare, stereopsi) può rallentare la velocità e la precisione della lettura.

 

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Se il bambino è incerto nella lettura è bene escludere la presenza di eventuali problemi visivi e consultare anche altri professionisti che si occupano del problema. è importante che vi siano adeguate abilità visive e fonologiche, per mettere il bambino nella condizione ideale di affrontare il compito. A volte uno scarso controllo dei movimenti oculari più fini, chiamati saccadi, può far leggere lentamente e con molte esitazioni. Esistono dei test che permettono di determinare oggettivamente questa condizione che successivamente può essere trattata con specifici esercizi.

• Vederci male alla lavagna

è uno dei primi sintomi di cui si lamenta un bambino con un difetto della vista e non va sottovalutato dai genitori. è bene effettuare una visita per correggere tempestivamente il problema e facilitare l’apprendimento del bambino.

 

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Anche avvicinarsi troppo alla televisione spesso nasconde la presenza di un difetto della vista, spesso una miopia. A volte però può anche essere un vizio che si instaura per la predisposizione dei bambini di avvicinarsi alle cose. Durante un esame approfondito è possibile quantificare il visus del bambino e metterlo in relazione a quello atteso per l’età, attraverso test oggettivi che richiedono solo una minima collaborazione e sono proposti come gioco dal professionista.

Prevenzione visiva

• Esercizi visivi

A volte gli occhiali non bastano o non sono necessari per risolvere un problema. Il nostro sistema visivo è fatto da una serie di abilità (come la convergenza e la messa a fuoco a varie distanze) che possono essere rieducate se carenti.

 

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è ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica che non vediamo con gli occhi ma con il cervello e che la visione è un’attività attiva piuttosto che passiva. Quando si riscontrano disequilibri del sistema visivo, dopo un’approfondita valutazione, si interviene con esercizi specifici da effettuare prima in studio e poi a casa. Migliorare le abilità visive consente di ottenere una migliore performance nella lettura, nello studio e nello sport.

• Dispositivi digitali

Cellulari, tablet e computer sono sempre più presenti nelle nostre case e facilmente accessibili ai bambini. Un utilizzo sbagliato di questi dispositivi può creare problemi visivi, in particolare facilmente porta alla miopia.

 

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I dispositivi digitali se usati troppe ore al giorno e ad una distanza troppo ravvicinata tendono a ridurre la flessibilità accomodativa, cioè la capacità di mettere velocemente a fuoco prima da vicino e poi da lontano. Se usati per molto tempo senza fare le giuste pause possono essere determinanti nella progressione miopica dei bambini. Se lo specialista individua queste problematiche può dare delle indicazioni precise per una corretta igiene visiva e visuo-posturale.

• Lenti a contatto

A che età si possono mettere le lenti a contatto?

Non esiste un’età giusta per utilizzare le lenti a contatto, ma dipende dal motivo che spinge a consigliarle!

 

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Di solito il momento in cui i ragazzi sentono l’esigenza delle lenti contatto coincide con i 13-14 anni e nella maggior parte dei casi l’uso richiesto è quello sportivo. Non è insolito però applicare lenti a contatto anche a bambini molto più piccoli, di pochi anni o addirittura di pochi mesi se c’è l’esigenza. Molto spesso il motivo è una importante anisometropia, cioè una notevole differenza di difetto refrattivo tra i due occhi.